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In Italia, mancano infermieri: formiamo medici

Prospettive diverse tra Italia e USA rispetto alle crisi nazionali del personale infermieristico



Il mese di settembre alle porte vedrà l’avvio delle prove di ammissione ai corsi delle professioni sanitarie e anche quest’anno l’Italia va in controtendenza rispetto all’Europa ed al Mondo.

Mentre dal Ministero dell’Università italiano si annunciavano ben 4000 posti in più per il Corso di Laurea in Medicina (per un totale di circa 20.000 il doppio rispetto a pochi anni fa), un numero sovrapponibile a quelli per Infermieristica, dall’altro lato del mondo negli Stati Uniti il Presidente Biden annunciava un importante investimento per aumentare la formazione infermieristica ai diversi livelli, superiore ai 100 milioni di Euro per aumentare il numero di infermieri laureati, per la pratica avanzata con prescrizione, per la docenza infermieristica.

In Italia, l'aumento importante per i posti per Medicina (a differenza dei posti per infermieristica) avviene nonostante i numeri dell’OCSE, di WHO Europe (grafico sotto) e delle stesse dichiarazioni di organizzazioni di rappresentanza mediche “Un ulteriore incremento degli iscritti al corso di laurea in medicina rischia solo di creare una nuova pletora medica ed uno spreco di risorse pubbliche”.

Il grafico sottostante ( tratto dal volume Time to Act edito a fine 2022 da WHO Europe), mostra che il numero dei medici in Italia è ben superiore alla media Europea, mentre vede una carenza infermieristica superiore a 100.000 unità che non si risolve con fantasiose uscite rispetto al reclutamento dall’estero.


In Italia, in alcune realtà è vero mancano anche medici: mancano taluni medici di medicina generale ed sono carenti le vocazioni per l’area emergenza (quindi specializzati). Ad esempio lo scorso anno, in altre aree, è stato dichiarato un esubero considerevole di Medici oculisti.

La lamentata carenza medica è attribuibile alla forma contrattuale.


Non si può tuttavia investire solo sui medici, lasciando le briciole o meno all’infermieristica (cosa evidente dalla carenza di investimenti e anche dal numero di docenti di ruolo e dal trattamento riservato ai docenti infermieristici SSN/SSR).

E senza fare nulla per attrarre più studenti verso la professione infermieristica.


Non si possono nemmeno lasciare inalterate le organizzazioni sanitarie e i limiti di agire tra le diverse professioni: in oltre 60 Paesi al mondo gli infermieri prescrivono, gli infermieri somministrano anestesia, gli infermieri svolgono in autonomia attività di medicina estetica, gli infermieri sono il primo punto di accesso alle cure.

I cittadini meritano la sicurezza alle cure che gli infermieri hanno dimostrato in tutto il mondo di poter offrire, non sottraendo niente ad altri professionisti, ma offrendo per converso maggiore accesso al sistema salute per tutti i cittadini.


Tuttavia molte di queste carenze potrebbero essere risolte partendo da alcune azioni:

  • Modificando l’organizzazione dei servizi sanitari e dell’assistenza sanitaria primaria, passando dalle "chiacchere", dai Decreti all'azione concreta, offrendo – per davvero - servizi alternativi ai Dipartimenti di Emergenza/Pronto soccorso e garantendo il più possibile di avere personale infermieristico come primo punto di contatto dei cittadini ai Servizi sanitari sul territorio, come avviene in pronto soccorso con l’infermiere di triage;

  • Incentivando la formazione infermieristica (laurea triennale) che rappresenta e rappresenterà il fulcro della professione, raddoppiando il numero di posti messi a bando. Al contempo và garantità l'attrattività (i.e. attraverso azzeramento delle tasse universitarie, borse di studio, percorsi di transizione da altre professioni verso l’infermieristica, sviluppare percorsi formazione-lavoro retribuiti).

  • Consentendo la crescita di carriera e lo sviluppo infermieristico certificato con le competenze specialistiche ed avanzate: Sono necessari percorsi di riconoscimento per l’area intermedia (infermiere specialista) e l’area avanzata della professione (infermieri di pratica avanzata) per consentire agli stessi completamento del percorso assistenziale con maggiore autonomia (capacità autonoma di valutazione, capacità diagnostica, trattamento con prescrizione, ammissione/dimissione), superando i vincoli all’ambito di esercizio professionale. Questo in particolare per l'assistenza sanitaria primaria, e per le persone fragili e qualità assistenziale, per allargare la possibilità di accesso all’assistenza, alla cura ed al trattamento dei cittadini.

Non da ultimo, proprio per garantire sicurezza e qualità dell’assistenza, va evitata anche quello che da più parti, anche con proposte di legge è proposto: la cessione e svalutazione delle competenze infermieristiche affidandole a personale ausiliario e di supporto. Anche questa azione è in netta controtendenza rispetto al trend europeo ed internazionale che punto sulla più alta qualificazione del personale. Pur se necessaria, in alcuni contesti una figura (i.e. long-term care) che possa meglio collaborare con il personale infermieristico, non si può consentire nemmeno di ipotizzare che competenze infermieristiche vengano affidate a chi infermiere non è.

IL PROVVEDIMENTO STATUNITENSE

Nel merito del provvedimento statunitense sopra richiamato, l’Health Resources and Services Administration (HRSA), un’agenzia del Dipartimento della salute degli Stati Uniti, ha annunciato l’intendimento del President Biden – di stanziare più di 100 milioni di dollari per formare più infermieri e far crescere gli organici infermieristici.

Secondo la dichiarazione del Segretario Generale dell’Agenzia Xavier Becerra "Ora più che mai, dobbiamo raddoppiare i nostri investimenti negli infermieri che si prendono cura delle comunità in tutto il Paese". Il Direttore dell'HRSA Carole Johnson ha dichiarato che "Gli investimenti odierni della HRSA dimostrano il nostro costante impegno a sostenere il personale infermieristico, a formare e far crescere la prossima generazione di infermieri, a sviluppare una graduazione di carriera per gli infermieri e a riconoscere il ruolo cruciale che gli infermieri svolgono nell'assistenza sanitaria primaria, nella salute mentale e nell'assistenza alla salute materno-infantile".

Gli investimenti serviranno per le seguenti priorità:

  1. Aumentare la presenza di Infermieri laureati, con la programmi di conversione e transizione degli infermieri “pratici” cioè non laureati.

  2. Aumentare la numerosità di infermieri di pratica avanzata (Advanced Nursing Education Workforce Program) certificati formati e preparati a fornire servizi di assistenza primaria, assistenza per la salute mentale e i disturbi da uso di sostanze e/o assistenza sanitaria materna.

  3. Sviluppare il numero di docenti infermieri attraverso finanziamenti per la formazione specifica e per incentivare la docenza infermieristica.

L'American Nurses Association (ANA), l’Associazione membro dell’ICN per gli USA (come CNAI per l’Italia dal 1949) ha applaudito ed elogiato questo investimento e invita il Congresso all’approvazione della norma sull'improving care and access to nurses (ICAN) che permetterà a livello federale di rimuovere le barriere amministrative e pratiche e di altro tipo attualmente affrontate dagli Infermieri di pratica avanzata: Nurse practitioner, dagli infermieri anestesisti, dagli Advanced Practice Midwives e dai Clinical Nurse Specialist con la rimozione dei vincoli dell’esercizio professionale, oltre ad invitare tutti i decisori operare per la violenza sul posto di lavoro, il burnout, i bassi salari che richiedono ancora soluzioni immediate”.

Un Infermiere di pratica avanzata (APN) (infermiere con competenze avanzate) è un infermiere generalista o specialista che ha acquisito, attraverso un'ulteriore formazione universitaria (minimo un master biennale - laurea magistrale), la base di conoscenza esperta, le complesse capacità decisionali e le competenze cliniche per la pratica infermieristica avanzata. Hanno un livello di abilitazione differenziato, e hanno ampia autonomia, con autorità di valutazione, diagnosi e trattamento. Si pongono ad un livello differenziato di pratica, diverso come livello rispetto ai cosiddetti infermieri specialisti. I due ruoli APN più comunemente identificati sono Clinical Nurse Specialist e Nurse practitioner.

Come si vede le criticità infermieristiche tra Paesi sono decisamente simili.


Con la presente nota CNAI invita il Governo Italiano ed i decisori ai diversi livelli ad agire per trattare con immediatezza la crisi nazionale del personale infermieristico che richiede soluzioni immediate.

Tra queste: aumentare considerevolmente i salari infermieristici; garantire sicurezza e benessere del personale, aumentare considerevolmente la presenza di Infermieri laureati; consentire la formazione di infermieri di pratica avanzata, in particolare nell'area di assistenza sanitaria primaria - con prescrizione; consentire una graduazione della professione con il riconoscimento dell’assitenza infermieristica specialistica ed avanzata; evitare di trasferire competenze infermieristiche a figure di supporto; sviluppare il numero di Docenti infermieri, attraverso un radicale cambiamento dei rapporti tra Università e strutture SSN/SSR.


Se non ora, quanto.


Walter De Caro

Presidente Nazionale CNAI


PS:


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